giovedì 14 gennaio 2010

(34) Siciliano...1121/1160

senza pensare d'essere in difetto
mi recavo alla "casa popolare"




Siciliano, minuscolo, elegante,
sia nel vestire, sia nelle maniere,
così diverso da me e pur distante,
nulla che desse d'operaio vedere.
Assai credente, di convinta fede,
senza tentennamenti ne la paura
d'errare mai, come solo chi crede
che la sua sola strada sia sicura. (1128)

Ascoltai quell'amico senza peso,
lui, che s'era qual mio tutore eretto,
sentivasi da me tradito, offeso,
io che ero stanco me ne andai a letto.
Chi di certezza è certo non demorde,
sicché l'amico, tanto premuroso,
per giorni e giorni mi tenne alle corde
come sposa gelosa con lo sposo. (1136)

-Oggi dove sei stato? Cosa hai fatto!?
Mi raccomando, non tornare al porto!-
Io lo lasciavo dire, ero distratto,
cosciente mi sentivo e bene accorto.
Andavo alla parrocchia pel calcetto
ma di sabato sera, per ballare,
senza pensare d'essere in difetto
mi recavo alla "casa popolare" (1144)

venutolo a saper l'amico mio
mi disse: -Tu non te ne rendi conto,
quelle persone sono senza Dio!-
A quel richiamo gli risposi pronto:
-Io vengo da una terra popolare
di gente rossa di cui mi fo vanto,
dove puoi esser rosso e puoi pregare,
non son demonio n'esser voglio santo; (1152)
scelta ancor non ho fatto, ma se vuoi
che l'amicizia duri nel futuro
non costringermi a farla o tra di noi
alto s'erigerà massiccio muro.-

Rimase male ma restammo amici,
la smise di far prediche e richiami,
ognun mantenne le sue direttrici
trovandoci or vicini ora lontani.. (1160)

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