mercoledì 20 gennaio 2010

(63) CAPITOLO DICIASSETTE

Tante le rose nel giardin d'Amore
che non poteva rimaner digiuno
un solitario ed affamato cuore.




CAPITOLO DICIASSETTESIMO

S'avvicinava tiepido l'autunno
il mar selvaggio baciava le dune,
rideste s'eran dall'estivo sonno
le cittadine di ragazze brune
d'abbronzatura che sfoggiavan fiere
sì che vederle dai cancelli uscire
nel bianco camice dava piacere;
ed al sole, calando all'imbrunire,
dell'eucalapti il tremolar leggero
si confondeva alle dolci carezze,
stendea la notte il suo tappeto nero
mentre allegra s'illuminava Sezze. ..(2236)

Quanti amplessi legali o clandestini
quell'antica terrazza avrà vegliato?
Rossa regina dei monti Lepini
che romuleo solco vide tracciato.
Tante le rose nel giardin d'Amore
che non poteva rimaner digiuno
un solitario ed affamato cuore;
ma se vuoi rosa non temere il pruno! ..(2244)

Testardo fui sì da trovarmi avvinto
a ciò che Amor da più lustri mi lega,
e, se l'ardor d'allora s'è un po' stinto
non langue quella rosa, ne si piega
d'amor lo stelo, pur se le tempeste
non han mancato di colpirlo spesso,
fra tanti giorni poche son le feste,
saperle apprezzare è un successo. (2252)

Tornaron giorni cui solo l'amore
m'accompagnava ad ogni mio respiro,
dalla mite speranza al gran timore;
mai mi sfiorò l'idea del ritiro
anzi, pensando la conquista ardita
i primi assalti già contavo vani;
chi dell'amore teme la ferita
coglier non potrà rose o tulipani. ....(2260)

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