lunedì 10 maggio 2010

CAPITOLO VENTIQUATTRO II

e mentre tanti perdono il lavoro
ci son ministri che a loro insaputa
gli pagano la casa di straforo,
chi non gli crede è gente prevenuta.




CAPITOLO VENTIQUATTRESIMO

LIBRO SECONDO

L'umanità non è di soli cani,
lo puoi notar dai disastri frequenti,
accorron tutti, vicini e lontani,
in solidarietà tutti presenti;
allor si fa la gara a chi più versa,
si piangono i morti, gli sfollati
c'hanno la casa e ogni altra cosa persa,
si consolano e vengono aiutati.
Esseemmeesse, in ogni trasmissione,
attori a fare partite del cuore,
cantanti insieme a fare una canzone,
nessun si tira indietro, un gran fervore; (3574)

però, si scopre poi, c'è chi rideva
nel sentire tremare il terremoto
pensando a quegli appalti che vedeva
già certi, essendo in quel giro lui noto,
sapendo dove ungere il sistema
di quella cricca ormai consolidata
che non c'è più reato ch'ella tema
perché il consenso l'ha sempre premiata;
ed han ragione ché la gente li ama,
qualunque cosa facciano li assolve,
ogni reato palese è losca trama,
ogni accusa pur certa si risolve (3586)
col dar a chi la fa dell'invidioso,
col dire: -Ho vinto, devo comandare!-
un magistrato è lui pericoloso
se indaga in qualunque malaffare.

S'inventan balle grosse come un treno,
non c'è più la misura del reale,
più grosse sono più rischiano meno,
più che un governo sembra un carnevale,
e, mentre tanti perdono il lavoro,
ci son ministri che a loro insaputa
gli pagano la casa di straforo,
chi non gli crede è gente prevenuta. (3598)

Tangentopoli non è mai finita,
un tempo i corrotti, per vergogna,
giungevano a togliersi la vita,
subivano l'oltraggio poi la gogna;
ora i corrotti non han più paura,
ormai il parlamento ne è pieno
e si condanna la magistratura
di sparger sui politici veleno;
e, il popolo teleaddomesticato
acconsente; l'indignazione è morta,
s'ingoia tutto ormai, tutto è scontato,
la politica s'annuncia a "Porta a Porta". (3610)

Se non appari sei tagliato fuori,
dell'apparenza ora c'è il monopolio
che fa apparire ciò che a lor signori
aggrada di mostrar pur con l'imbroglio.
Tutti felici? Si! Tutti contenti!
Eppur si sente una continua lagna,
gente che impreca, manda gli accidenti
a chi governa: -E' tutto un magna-magna!-
Eppure ogni volta che si vota
vincono ancora è questo che li spinge
a riempirsi la borsa pur se vuota
quella degli altri, e sempre più si stringe. (3622)

venerdì 7 maggio 2010

Sia l'amore il. 3511/3562

Te lo ricordi quando scalzo andavi
nella campagna, in strade senza asfalto,
quando all'aratro i bovi li guidavi
e alla polenta si dava l'assalto




Sia dell'amore il tuo primo strumento,
di quell'amore che anche te ha scaldato
fin dal primo vagito, e non s'è spento
ne, in tanto tempo, non ha mai stonato.
Potrà sembrar banale la menzione
eppure quante spinte troverai
che portano in tutt'altra direzione;
canzon d'amore non stonerà mai,
basta non s'accompagni al tornaconto
perché allora è l'armonia che salta,
l'ingordigia all'amore non fa sconto,
lo distrugge, lo brucia, lo ribalta, (3522)
l'avidità fa chiuder la dispensa
e se c'è l'abbondanza pur la spreca
piuttosto c'altri siedano alla mensa;
l'umanità sta diventando cieca.

Te lo ricordi quando scalzo andavi
nella campagna, in strade senza asfalto,
quando all'aratro i bovi li guidavi
e, alla polenta si dava l'assalto,
senza la luce in casa, e, nel paese
ancor mancava l'acqua, la ramina
in fontanella fuori, senza spese,
a più riprese andava pellegrina,
e i panni si lavavano nel fiume,
e il latte, la mattina il contadino
bussava prima che facesse lume
vuotando in una tazza il misurino. (3538)

Quei tempi a immaginare un africano
si sentiva la miseria e pur la fame,
e, il nostro stato, può sembrare strano,
messo a confronto non era poi infame.
Per vedere un nero od un cinese
dovevi andare al cinema, pertanto,
ognuno se ne stava al suo paese,
chi digiunava, chi mangiava tanto;
ma il morso della fame è assai feroce
e chi lo prova, se lo può scampare
rischia persino di finire in croce;
guai per lui la rinuncia di sperare. (3550)

Or, che siamo sazi e ben pasciuti,
che abbiam scordato il tempo dell'aringa,
abbiam timore di nuovi venuti
e su di questi c'è chi fa l'arringa;
eccolo il tornaconto uscito fuori
per meschini interessi di bottega
si condannan gli intrusi ché i valori
mettono a repentaglio, ci si nega
pur d'umani diritti la pietade
mentre loschi figuri sono pronti
a sparpagliar su d'illegali strade
quegli esseri pe i loro tornaconti. (3562)

Insister pe giocar..3455/3510

e tu, al caldo con il nipotino,
racconti le tue favole vissute,
quegli occhioni pieni di meraviglia,
fiori di vita, specchio di salute
.............................................




Insister per giocar lo so, non serve,
ma la partita non finisce, in campo
già sono pronte sono a entrare le riserve,
sangue del sangue mio, lo stesso stampo,
l'inverno sarà lungo, sarà breve,
cosa t'importa quando c'è un camino
se fuori gela o scende giù la neve?
e tu, al caldo con il nipotino
racconti le tue favole vissute,
quegli occhioni pieni di meraviglia,
fiori di vita, specchio di salute
sono incantati e non battono ciglia (3466)
sognano orchi, fate, re e regine,
draghi cattivi, belle principesse,
quel mondo tuo è diventato un cine
tu il regista che la trama tesse,
e mentre ammiri quelle creature
gioisci, speri e pur tremi per loro,
centro di attenzioni e mille cure
della continuità capolavoro. (3474)

Gioisci perché sai che primavera
per loro brillerà sicuramente
finché innocenza brillerà sincera
la primavera resterà fiorente.
Anche tu raccogliesti la fragranza,
il profumo,la brezza, quei colori
della dolce stagione, l'importanza
la scopristi più tardi, come i fiori
che nel giardin s'apprestano a fiorire
e, dal bacio del sole inebriati,
godono del calor pur di morire
donando il cuore a quei raggi infuocati; (3486)

e speri che raggiungano l'estate
per raccogliere i frutti saporosi
della vita, delizie prelibate
consolazione per i tempi uggiosi
che comunque verranno quando il viaggio,
come d'auspico, giungerà lontano,
allor chissà se pur debole un raggio
ancor vivrà di te? Ah! Dubbio arcano. (3494)

I germogli ci sono del tuo seme,
le gioie, le speranze,anche i timori
allora godi, speri e tremi insieme,
sai che la gioia è sposa dei dolori;
vorresti costruirgli una corazza,
un bunker per difesa se potessi, (3500)
non serve esagerar, basta una guazza
a dissetar l'erbetta. Son gli stessi
gli strumenti da usar che hai tu suonato
in quella appassionante sinfonia
col tempo allegro, a volte sincopato,
altre con deliziosa melodia;
ancora dell'"eroica" non è il tempo,
sì, verrà, ma non saremo noi
a spinger per scavar la fossa in campo
certi che ci sarà; vuoi o non vuoi. (3510)

mercoledì 5 maggio 2010

CAPITOLO VENTITRE II

Son tempi tristi, sono giorni cupi,
il cielo è un soffitto di cemento,
sono tornati ad ululare i lupi,
ecco l'ultimo inverno, si! Lo sento!



CAPITOLO VENTITREESIMO

LIBRO SECONDO

Le banche che han l'acquisto favorito
per farsi casa, or che la crisi morde,
col reddito di molto dimagrito,
tante famiglie son messe alle corde
da non potere onorar gli impegni
così, senza pietà buttate fuori
da chi solo il danaro par che regni
alla ricerca d'altri compratori;
ma per comprare serve la moneta,
se questa non c'è più chi su lei campa
finisce di campar, questo gli vieta
di continuar speculativa rampa. (3418)

Se non si campa vuol dir che si muore,
quando a morir si tratta di un cristiano
la sua famiglia cade nel dolore,
il resto è indifferente, questo è umano,
ma se muore una banca, quanti sono
a perder tutti i beni di una vita?
I sogni, i risparmi, il dolce suono
della speranza violata e tradita.
Mentre vola della miseria il truce
feroce spettro, ti monta la rabbia,
veder colui che la crisi produce
restar con l'oro e non andare in gabbia. (3430)

Quando fallisce un'azienda è sempre triste
per chi la guida e per chi ci lavora,
però se intorno il mercato resiste
la cosa piano piano si svapora,
ma se a fallir cominciano le banche
le borse vanno in tilt, ed il mercato
incomincia a impazzir, non ci son zanche
per impedire che venga spallato,
ecco allor la fragilità del mondo
esplodere improvvisa, inaspettata,
trascinar tutti con se nel profondo
nel buco nero, cloaca dannata. (3442)

Son tempi tristi, sono giorni cupi,
il cielo è un soffitto di cemento,
sono tornati ad ululare i lupi
ecco l'ultimo inverno, sì! Lo sento!
Lo sento dalle membra pigre e stanche
dell'ossa che si abituano al dolore,
non c'è più forza per lottar, neanche
per riveder di primavera il fiore,
eppur non sono triste, son sereno,
so che verrà la notte della vita
ad invitarmi a scendere dal treno,
a smetter di giocare la partita. (3454)


lunedì 3 maggio 2010

No global, No Dal.. 3351/3406

Pur di realizzar l'umano sogno
d'aver 'na casa propria , p'accasarsi,
ipotecando la vita al bisogno
schiave d'eterni mutui...........







No global, No Dal Molin, No Nucleare,
No TAV, No Ponte, No alle autostrade,
soltanto con i No puoi governare?
Con troppi inciampi sovente si cade!
Ecco l'amaro frutto del progresso,
quell'illusione che ha svuotato i cuori
con la facil promessa del successo;
l'accumular il solo dei valori;
allor per arrivar s'usa ogni mezzo
pur calpestando d'altri il cheto andare
senza rispetto, a tutto si dà un prezzo
tutto si vuole se si può pagare. (3362)

La prevaricazion pur si sopporta
quando il potente abusa del potere
ognun sperando d'assaggiar la torta,
esser non conta più; conta l'avere.........9100
così, l'aver che spinge i disonesti,
pur d'arrivare, ad azioni losche
(ma già in antichità c'erano questi
e, novità pur non sono le cosche)
or, spinto ha le famiglie a indebitarsi
pur di realizzar l'umano sogno
d'aver 'na casa propria, p'accasarsi
ipotecando la vita al bisogno ......... (3374)
schiave d'eterni mutui, incatenate
con le loro mani ad un perenne
infinito pagar come dannati
forzati a guadagnar, non poter spenne
se non dopo l'aver mutuo onorato,
allor per fare il passo almeno in coppia
si può azzardar e pur non è scontato
che ciò possa bastar, è qui che scoppia
il disastro del divenir precari;
la prospettiva ormai non è più certa
che possan rientrar sempre i danari
e già la crisi ha ridotto l'offerta, (3386)

chi ha finanziato si tutela; questo
può portare a sequestrarti il bene
se non puoi più pagar, non c'è pretesto
che ti possa slegare le catene.
Se fino ad oggi il rischio è stato lieve
perché troppe le garanzie richieste
ché con fatica il mutuo si riceve,
perciò le crisi ancor sono modeste.
Cosa diversa per gli americani,
il liberismo molto generoso
ha finanziato mutui a piene mani
ma il pallone troppo gonfio è esploso. (3398)

Quella finanza che dirige il mondo
puntando sol sulla speculazione

senz'avere sostanza, è andata a fondo
portando tanti alla disperazione;
banche fallite, titoli crollati,
perdita totale dei risparmi,
lavori persi, poi disoccupati,
una gran guerra senza usare armi. (3406)

Rotta la briglia..3291/3350

gente immorale, che non fa mistero
d'aver più mogli, amanti, concubine,
in prima fila per compiacere il clero,
e il clero ha benedetto le moine.




Rotta la briglia, chi cantò vittoria
s'incomincia a pentire e tenta invano
d'arginare la piena, la baldoria
buttava fumo sopra il Vaticano,
allora ecco scendere i crociati
per riportare la virtù perduta,
vescovi e preti dietro i deputati;
tra fedeli un con l'altro ci si aiuta!
E quell'istituzione tanto cara,
quella famiglia caduta in disuso
si reclamò con tanto di fanfara;
- Ogni altra union sarà palese abuso!- (3302)

Oltre ai celibi per lor vocazione,
gente cui la famiglia vien negata
per aver scelto quella istituzione,
a comandare la carnevalata
gente immorale che non fa mistero
d'aver più mogli, amanti, concubine,
in prima fila a compiacere il clero,
e il clero ha benedetto le moine.
Altri, alzando i crocefissi al cielo,
un "matrimonio celtico" alle spalle,
a dimostrare, con astioso zelo:
- Stranieri e gay, fora dalle balle!- (3314)

La destra è sempre stata solidale
e, verso il Vaticano sempre prona,
non si domanda se fa bene o male
quello che conta è tenere la poltrona.,
ora che la poltrona aveva perso,
anche se per poco, spodestata;
sempre cattolico Prodi, ma diverso,
religioso ma non per la crociata,
con quel tentativo di apertura
alle "coppie di fatto" non sposate,
fu per la Chiesa una vera sciagura
da contrastar pur con le barricate (3326)

e, la sinistra, (per modo di dire)
da sempre abituata a farsi male,
con infiltrati già pronti a tradire,
tra i suoi trovò chi fece "carnevale"
così Mastella assieme a Berlusconi
ancora prima di sfasciare tutto,
di cristiane virtù degni campioni
pronti col cesto a cogliere il frutto
di clerical bigotta compagnia,
e, la "sinistra" debole e precaria
per non voler cantar l'Ave Maria
già corse il rischio di saltar per aria. (3338)

La sinistra "quell'altra" intanto in piazza
scendeva a protestar contro il governo
di cui faceva parte; che era pazza?
Sostener l'operai non è moderno
anche se questo è scritto sul programma,
si deve rinviar, perché minaccia
Dini la crisi; questo il vero dramma
della sinistra; sono i voltafaccia.
E' tutta colpa dei voltagabbana?
No!!! E' la sinistra che si è smarrita!
Correndo dietro ad ogni campana
la gente sua non l'ha più capita. (3350)