mercoledì 13 gennaio 2010

(20) CAPITOLO QUINTO


Uomo senza confini, senza schemi
che nello spazio hai librato il vol,
se nella luna ai tu gettato i semi
qua sulla terra sei sempre più solo.
CAPITOLO QUINTO
Quando il ricordo batte dentro il cuore
il mio pensiero soavamente vola
là, su quei colli, tra rovi di more
su cui il mantello di nebbia mai viola.
Come aquilone cullato dal vento
torna planante il volo di poiana,
tacita calma che mette spavento
a quei che il fato destinò per Diana. (650)

Alla picchiata il pollame s'impazza,
la chioccia per difendere i pulcini
rumorosa con l'arme sue starnazza;
mai in natura cambiano i confini.
Còlta la preda quel volo rapace
lascia cruda (nell'animo) impressione,
ma quanti drammi, consumati in pace
senza che scossa venga l'opinione? (658)

Nessuno c'è che veda il picciol verme
quando gallina razzolando becca,
scalpore mai non fa vittima inerme
ma al par dell'uomo l'animal non pecca
perché se mangia rondine l'insetto
la rondine è per serpe come il pane,
è la serpe mangiata dal falchetto
mentre il falchetto è cibo per il cane. (666)

E' l'uomo serpe, rondine, falchetto,
è lupo agnello, leone oppur coniglio,
ad ogni sua virtù pone un difetto
se ti accarezza poi caccia l'artiglio.
Uomo, senza confini, senza schemi,
che negli spazi hai tu librato il volo,
se nella Luna hai sì gettato i semi
qua sulla terra sei sempre più solo. (674)

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