venerdì 15 gennaio 2010

(41) CAPITOLO UNDICESIMO

ma il giovane leone è il più audace,
nulla gli da timor ne lo spaventa,
CAPITOLO UNDICESIMO

Momenti rosa di quel tempo duro
quando facean due tavole da ponte
con una corda tesa a far da muro,
d'insidia d'Icar promettente fonte.
Trascinavamo quei pesanti cavi
che per l'altezza si prendevan l'onda,
più alto il ponte, più essi erano gravi,
maggior timore ci facea la sponda. ......(1396)

Son guai poi se al pericolo t'avvezzi,
il rischio allor diventa naturale,
per risparmiar di sicurezza i prezzi
gli occhi riapri spesso all'ospedale.
Quando precipitò lo scalpellino,
uomo massiccio ridotto a brandelli,
si disse ch'era colpa del destino,
continuarono a martellar scarpelli. .......(1404)

Nessuna corda in più, ne la protesta
distolse l'avanzata dei lavori,
si lavorava anche il giorno di festa,
tempi eran duri pei lavoratori
che rifiutavano lo straordinario,
eran tacciati come lavativi
sicchè, più che d'aver maggior salario,
contro il ricatto essi erano passivi;
ma il giovane leone è sempre audace
nulla gli da timor, ne lo spaventa
ogni preda egli assalta se gli piace
senza rischio pesare, e gli si avventa...(1416)

Diciassette anni, ne moglie ne prole,
ne bramosia d'accumular danaro,
dopo sei giorni duri, sotto il sole,
il settimo me lo tenevo caro,
un terital in blù, cravatta rossa,
al mattino, sbarbato e lindo in piazza
attendevo l'uscita dalla messa
per incontrarmi con la mia ragazza. .......(1424)

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