giovedì 21 gennaio 2010

(69) CAPITOLO DICIANNOVE


Il battaglion Cadore in maggioranza
era composto da emiliani e toschi,


CAPITOLO DICIANNOVESIMO

Ciò che più odiavo era la costrizione,
obbligatorio tutto, anche la messa,
un cappellano buon per la pensione
facea la predica e sempre la stessa.
Ci parlava di un albero, l'Italia,
con frutti buoni ed altri frutti marci,
-Se il ramo dei cattivi non si taglia
non ci sarà rimedio per salvarci!-
dicea rivolto alle mappine rosse
del battaglion Cador simbolo questo,
quasi che il diavolo fra di loro fosse,
pensiero che poi rese manifesto. ..(2470)

Il battaglion Cadore in maggioranza
era formato da emiliani e toschi,
per quel prete, pieno di tracotanza,
erano costoro individui loschi.
Mappina verde il battaglion Belluno,
la bianca Feltre, la rossa Cadore,
il tricolor rappresentava ognuno
venisse egli dal monte oppur dal mare,
non v'eran frutti buoni oppur bacati,
generazione era vissuta in pace,
ne aveva eretto come altri steccati;
quando è scomoda, verità si tace. (2482)

altro sermon parlava di farfalle
che per tentarci stavano in agguato,
io mai le vidi ne a monte ne a valle,
mai mi sfiorò l'occasion del peccato.
La sveglia, il contrappello, l'adunata,
tutto si dava con squilli di tromba,
dei consegnati conobbi la chiamata,
ragion di questo il non esser tomba. (2490)

Mi costò caro l'essere mio loquace
perché per avanzare ogni richiesta
dicevano: -Va tu, che sei capace!-
il chiedere già era una protesta
così che la bacheca di consegna
vide scritto il mio nome anche tre volte
e, la grossa cucina d'unto pregna,
m'offrì le sue marmitte ed eran molte. (2498)



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