domenica 24 gennaio 2010

Lesto il rientro.. 2811/2850

Che la fatica ti tempri le membra
è certo come che il tedio le fiacchi,
dura è la marcia che ogni nervo sembra
stringerti a morte, ed ogni osso si spacchi,



Lesto il rientro fu ma non leggero,
tagliammo boschi e prati, senza freno,
soltanto in valle trovammo sentiero
allor che zaino tornò a spinger meno,
riprese forma il grigioverde drago
gigante millepiedi ricomposto,
legati ad un invisibile spago
stremati e cotti dal sole d'agosto. (2818)

Che la fatica ti tempri le membra
è certo come che il tedio le fiacchi,
dura è la marcia che ogni nervo sembra
stringerti a morte, ed ogni osso si spacchi,
i muscoli esploder par che vogliano
dai polpacci già raffreddati e tesi,
le vesciche dei piedi ti si spellano
e dan tormento pure allor che stesi,
gettati come un sacco di cemento
con la divisa polverosa addosso
sulla sorella branda, fin che spento
vigore giovanil tanto percosso. ..(2830)

Marcia stancante ma utile lezione
per il prosieguo scorrer della vita,
(tunnel oscuro, ignota direzione,
poca la piana, tanta la salita),
fondamentale è come la si prende,
mai aggredire la rampa con lo scatto,
guai se alla foga il vigore si vende
perché di meta non terrai contatto. ..(2838)

In quel vivere assurdo, senza senso,
tra allarmi, contrappelli ed adunate,
con vent'anni di più, se ci ripenso
scopro anche l'oro da quelle giornate.
S'era pur servitori e me ne accorsi
allor che agosto congedò l'estate
con travolgenti, alluvionali morsi
rompendo il sonno nelle camerate;
a Santo Stefano avea rotto il Piave,
rosa la strada, fracassato il ponte,
non parve un fatto poi sì tanto grave
per quelle genti sempre al rischio pronte. ..(2850)

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