martedì 26 gennaio 2010

CAPITOLO VENTISETTE

Cesena

Città colta e serena ove la gente
lavora si, ma pure si diverte,
se il sapore del mare qui si sente
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CAPITOLO VENTISETTESIMO

Libero andavo qual libero vento
dove son strade, boschi, monti e valli,
nulla che più mi desse impedimento,
mai si stancavano quei "sette cavalli".
La famiglia, una istituzione antica
che ognun può criticar ma ancora regge,
farla sbocciare comporta fatica,
farla vivere non basta la legge.
Non puoi far vita zingara e sposarti
se pensi che verranno poi dei figli,
aspra la scelta ma devi fermarti
se vuoi sperare che il germoglio pigli. (3486)

Abbandonai definitivamente
la vita di trasferta, amata e dura,
per preparare terreno accogliente
a vita nuova, a comune avventura.
Tornai alla Romagna, antico amore,
e tappa fu l'agricola Cesena,
pregio sa dare e sa donar valore
alla risorsa c'ogni altro malmena. (3494)

Città colta e serena ove la gente
lavora si, ma pure si diverte,
se il sapore del mare qui si sente
da ridenti colline già s'avverte
il pastoso sapor del sangiovese,
la liquorosa e più pregiata albana,
città che respira l'aria di paese
ma che nobile fu e pure mondana. (3502)

Mi trovai a saldar tubi ed idranti
in una media, piccola officina,
pochi operai, ma impiegati tanti,
operai di origine contadina
ancora legati a quella terra loro
da non saper qual fosse più importante
l'agricolo o il meccanico lavoro;
chi risorse non ha e chi ne ha tante! (3510)

Chi ha risorse lui già s'accontenta
dello stipendio pur se micragnoso,
ma chi ha solo quello a vivere stenta
e se chiede di più è pericoloso
pel quieto vivere dell'intera azienda;
meglio esser lavativi, essere inetti
ma evitare che protesta s'accenda,
anziché protestar se pur provetti.
Io m'adeguai a quel mediocre ambiente
vaccinato da passate promesse
fatte più volte e risolte col niente,
ma mai dimenticandomi le stesse. ...(3522)

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