martedì 19 gennaio 2010

(60) CAPITOLO SEDICI

Rifatte le valige fui sul Brenta
dove canal ti sembra più che fiume




CAPITOLO SEDICESIMO

Tornato alla trasferta, nuovi lidi
m'avrebbe fatto l'autobus vedere,
chissà quante fermate, quali nidi?
Nessun mago poteva allor sapere.
Rifatte le valige fui sul Brenta
dove canal ti sembra più che fiume,
dove si usa per pane la polenta,
dove la gente molte facce assume
sì che è difficile trovar quella vera
però è burlona nonostante tutto
pur che non possa dirsi che è sincera,
con un bicchiere sa cancellare un lutto. (2112)

Capito ch'era breve quel soggiorno
non aspettai svanisse la fortuna
di visitare ciò che stava intorno,
specie Venezia con la sua laguna,
così, cenato presto, a prima sera,
con il sole ancor alto sulla volta
qual pendolare presi la corriera
perché soddisfazione fosse tolta.
Mi tornò a mente quand'ero bambino
tutta la notte prima della gita
smaniosa guerra feci col cuscino
per il timor di perder la partita. ..(2124)

In breve tempo fummo sul piazzale
dove finisce la corsa delle auto,
lasciai il vaporetto sul canale
e il labirinto delle calli, cauto
a scoprire presi, era all'imbrunire,
scivolando, con l'eleganza loro,
come fantasmi vedevo sparire
gondole nere, e già splendeva l'oro
dei lampioni sull'acque fatte scure,
e l'onde lievi davan l'impressione
che a tremolar fosser fiammelle pure.
M'incantava la magica visione ..(2136)
e, attraversato di Rialto il ponte
guidato dall'istinto verso il centro
all'improvviso mi trovai di fronte
vision fiabesca che mi colpì dentro
ne mai prima d'allora era successo,
paradisiaca immagine dorata. (2142)

1 commento:

Anonimo ha detto...

mentre leggo mi sembra di essere lì , da come spieghi bene.
Ciao Lucia.