giovedì 14 gennaio 2010

(36) S'eran da poco...1197/1232

Quante le notti, fredde, solitarie,
temperate dai sogni di giardini...



S'eran da poco aperti quei cancelli
che per tant'anni furon corazzati,
bramati inespugnabili castelli,
per gli indesiderabili schedati.
la schedatura, squallido strumento,
che giudicava sol dall'opinione
credevano con essa d'aver spento
spirto nell'operai di ribellione. ..........(1204)

S'era compiuta la trasmigrazione
che aveva munto tutte le energie
dal più profondo, arcaico meridione,
legato ancora a mitiche magie;
il generoso nord, freddo e nebbioso,
s'era congiunto al sud multicolore,
ogni dialetto all'altro fu confuso
babilonescamente, ed il rumore
d'un frenetico camminar comune
celava le miserie ancor latenti
in chi del boom non aggrappò la fune
o chi per coglierla aumentò gli stenti. .................(1216)

In quante brande s'alternaron membra
stressate da catena di montaggio
dove la notte uguale al giorno sembra,
dove l'uomo non vale l'ingranaggio.
Quante le notti fredde, solitarie,
temperate dai sogni di giardini
persi in promesse di riforme agrarie,
tra fichi d'india, aranci, mandarini; ...............(1224)

sogni lontani di malinconia
a mano a man velati, dopo spenti
da palazzoni di periferia
per radunarvi famiglia e parenti;
e crebbero quartieri dormitorio
coi tentacoli estesi a dismisura
senza rispetto per il territorio,
violentarono l'uomo e la natura,
e, le città che d'arte furon culla,
subirono gli scempi dolorosi
senza che alcun s'azzardasse a far nulla;
pel benessere s'eran l'occhi chiusi. .............(1236

Nessun commento: