lunedì 18 gennaio 2010

(51) Novo cantiere..1749/1784

Intrecci chilometrici di tubi
attorniavan metalliche colonne,
torri che presto promettevan nubi



Nuovo cantier sulla riva del mare
allor ch'era Sarroh piccolo borgo,
dopo lo stagno, prima di arrivare
ne coltura, ne casa, ne un'ingorgo,
solo striscianti vitigni, alti un palmo,
appoggianti neri grappoli al suolo
rompevano ogni tanto il mare, calmo,
libravano i gabbian planante volo;
là, dove fico d'india era padrone,
là, su quel mare incontaminato,
s'avvertiva dolosa sensazione,
veniva un mondo puro violentato. (1760)

Intrecci chilometrici di tubi
attorniavan metalliche colonne,
torri che presto promettevan nubi
un grigio mondo s'annunciava insonne.
Forse su quelle spiagge di farina
un nero velo oleoso, di catrame,
avrebbe ricamato la sua trina
per far tovaglia a lurido ciarpame.
Or son vent'anni da quel tempo andato,
e Dio volesse che la previsione
funesta, non avesse generato
quotidiana, comune confusione (1772)
che il benessere, ovunque passa, porta.

Non ritornai più in quei lidi selvaggi
sicché l'immagin mi uscirà distorta
ma nella mente rivedo i villaggi,
vedo i vecchi seduti sulla porta
sopra impagliate sedie, i lunghi baffi
torti e ritorti con la mano accorta,
antichi volti con del tempo i graffi,
la scoppoletta di velluto, a coste,
gli occhi neri a fissare verso il vuoto,
visi celati da socchiuse imposte,
vivo ritratto d'un tempo remoto; ....(1784)

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