venerdì 15 gennaio 2010

(38) CAPITOLO DECIMO

si proiettava nitida al tramonto
tinta di rosa.............................


CAPITOLO DECIMO



Un anno intenso fui su quel cantiere,
e quando m'arrivò il trasferimento
al largo stavan già le petroliere
pronte all'attracco per lo svuotamento,
e, dall'ariosa riviera dei fiori
dove mai afa ne nebbia dimora,
volsi alla piana allorchè i suoi colori
restano intensi fin ch'è tarda è l'ora, ............(1288)

là, sulla valle di quel grande affluente
che tra il Lombardo ed il Piemonte scorre
trovai nuovo cantiere, nuova gente;
quel tempo che alla mente vago corre
con luminosi brevissimi sprazzi,
tra monotoni giorni nella nebbia
e gli assolati ed infiniti spazi,
ad attimi di gioia mesce la rabbia. ..............(1296)

Nuovo cantiere, esteso a dismisura,
dall'alto delle costruzioni sue
s'apriva all'infinito la pianura
e, la montagna che è numero due
si proiettava nitida al tramonto
tinta di rosa, massiccia la mole,
confondendo della distanza il conto
s'illuminava riflettendo il sole. ....................(1304)

Quell'impietoso sol che come dardo
ti trafiggeva senza compassione
come vendetta pel lungo letargo
subito in fredda ed umida stagione
al suo picchiare rimanevan chine,
protette sol dalle pagliate ruote,
a gruppi allineate le mondine,
sudavan tante per farsi la dote. .................(1312)



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