lunedì 25 gennaio 2010

Come robot..3143/3190

quell'ora dentro Roma non è il meglio,
ancor lontano il tepor della sera
trovammo refrigerio al colle Celio





Come robot meccanici, inquadrati,
innanzi a Costantino stemmo in sosta,
la folla, che assiepata era sui lati,
ci salutava senza aver risposta.
Mi sembrò che scherzasse, a me rivolta,
quella fanciulla che faceva cenni,
mimò del Colosseo la giravolta,
spalancò il palmo ed un sorriso ottenni
all'occhietto che feci per risposta
come per dirle: - Ho capito, alle cinque,
vedrai che ci sarò!- Quella proposta
non potevo disattendere comunque. (4154)

Convinto si trattasse di una burla
ugualmente corsi all'appuntamento,
ero sicuro di non ritrovarla,
fors'era stato un sogno in quel momento.
Saltato il muro, prima della cena
con l'estiva divisa appena messa
corsi al metrò con vigorosa lena
e con me stesso feci una scommessa.
Alla stazion del Colosseo discesi
eran le cinque, lei mi venne incontro,
- Ciao, come stai? - L'occhi eran fari accesi,
mi presentai, avevo fatto centro. (3166)

Si raffreddò vedendo all'anulare
il simbolo d'un già promesso impegno,
- Come son giunto me ne posso andare!-
Di rimaner con lei mi fece segno.
Vinsi un indovinello e come premio
da ritirare in pegno c'era un bacio,
nettar mieloso, mai mi trovò astemio,
ne mai lo cambierei con pere e cacio.
Un bacio è un bacio, ci vuol l'atmosfera,
quell'ora dentro Roma non è il meglio,
ancor lontano il tepor della sera
trovammo refrigerio al colle Celio. ..(3178)

Sul soffice tappeto ci sedemmo,
ci guardammo negli occhi stando muti,
s'attiraron le labbra, noi le unimmo,
così restammo per dolci minuti.
Due cuori che d'affetto avean bisogno
vivevan quel momento delicato
come si vive un delizioso sogno
e come tale poi tutto è sfumato
appena il tram colore d'aragosta
lampeggiando nel buio della sera,
inghiottendo con lei quel dì di festa
inghiottito dal buio anch'esso era. (3190)

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