lunedì 18 gennaio 2010

(50) CAPITOLO TREDICESIMO

un oasi apparve in mezzo a quel deserto,
perla novella all'occhio s'aggiunse....



CAPITOLO TREDICESIMO

Fu parentesi intensa quanto breve
e, svanendo d'agosto la calura
senza aver radicato, giunse lieve
il nuovo addio, una nuova avventura
si profilava adesso là oltre il mare
verso l'isola sarda, già famosa
se pur selvaggia ancora, da incantare
chi di natura la causa si sposa;
e, da Civitavecchia, preso il largo
passai la notte cullato dall'onde;
prima che il sol s'affacciasse gagliardo
da sopra il ponte, scrutando le sponde, (1720)
mirai la metamorfosi del mare,
che dal notturno inchiostro, lentamente
tingersi grigio col primo bagliore,
da grigio a verde, poi, specchio lucente,
mentre guizzanti gli allegri delfini
attratti dalla spumeggiante scia,
curiosi, come fossero bambini
tingevan quell'aurora di magia. (1728)

Alba radiosa verso il mezzogiorno
più che distante, nel tempo lontano,
dov'è il muflone dal rugoso corno,
dov'è Barbagia sì aspra e il Campidano,
Come se sullo schermo proiettata
scorreva senza fine la costiera
arida e brulla, dall'aspetto ingrata,
sembrava puro il mare, forse lo era. ..(1736)

Già alto il sole allorché noi si giunse,
un oasi apparve in mezzo a quel deserto,
perla novella che all'occhio s'aggiunse,
capitol nuovo si sarebbe aperto,
il primo impatto fu di meraviglia
nel veder gruppi di scalzi bambini
disposti al peso d'ogni vettovaglia
prima che questa fosse dei facchini.
Trovato ch'ebbi nei pressi del porto
nuova dimora, un alloggio modesto,
era il viaggio per lavorar non corto
ma non ci fu difficoltà per questo. .....(1748)

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