mercoledì 13 gennaio 2010

(24) Non soffiava..775/814

Se può sembrar monotono il cammino
senza bivio nessuna strada scorre





Non soffiava vento della protesta,
neppur c'era garanzia sul lavoro,
e l'operaio chinava la testa,
un posto gli premeva più dell'oro,
S'era in una decina gli operai,
tempo addietro s'era scioperato,
al rientro per qualcuno furon guai,
alla porta fu in tronco licenziato. (782)

Giorni duri, pesanti come massi,
preludio di quel boom che fu famoso,
quando i padroni diventaron grassi,
quando per l'operaio finì il riposo.
A trasportare per due anni mobilia,
quanti scalini al giorno, cento, mille,
conobbi la Romagna poi l'Emilia,
i palazzoni, umili case, ville, (790)

conobbi le trattorie, i ristoranti,
(chi mai s'era permesso tanto lusso?)
con le donnine facili, invitanti
che nel vederle diventavo rosso.
Singola strada che mostrava agli occhi
un già scontato placido orizzonte,
senza scossoni, via senz'altri sbocchi,
per dissetare, solitaria fonte. (798)

Percorso retto, di sorprese vuoto
ancor se all'alba, verso quel tramonto
che ad ogni umano è misterioso, ignoto,
sino al momento di pagare il conto.
Se può sembrar monotono il cammino
senza bivio nessuna strada scorre,
scegliere allor dipende dal destino,
a scelta fatta ostacoli non porre; (806)

e fu così che inaspettato giunse
il primo incrocio a cambiare percorso
e, dai miei colli a volare mi spinse
tra le risaie a frequentar quel corso
che in tre mesi mi avviò al mestiere
promettente felici prospettive,
e a far la dura vita di cantiere,
esperienza che in mente ancora vive. (814)

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