Volata la chimera..4925/4973

Unico il pensiero, unico l'atto,
nessun poteva accettare l'oltraggio,
il cancello si tinse di scarlatto
come se fosse giunto il primo maggio.

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Volata la chimera d'abbondanza

real minaccia fu disoccupazione;

la Gimac, L'Aifel, la Mac Quenn, la Ime

Pomezia industriale andava a picco,

il generoso faro spense il lume

al mondo circostante,meno ricco.

Sembrò di essere in stato d'assedio,

pochi gli eletti a rimanerne fuori,

nella fiducia di un lesto rimedio

parve all'inizio un gioco di colori. (4934)

La Ricam, la Zanussi, la Todini,

furon travolte dal nascente corso,

settori intieri e relativi affini

si perdevano nel tragico percorso,

per questo la sorpresa fu delusa

quand'anche in Feal si parlò di crisi;

come poteva ritenersi esclusa

l'azienda degli scioperi decisi?

Perpetuo rovo d'ogni industriale.

La primadonna di ogni occasione

fu l'ultima ad entrare nel viale

tramonto d'ogni pur mite illusione. (4946)

Senz'avvisaglie quella malattia

che aveva altri stroncato, noi ci colse,

lenta e penosa iniziò l'agonia

che in un oblio pigro si dissolse.

Perché soltanto poi che l'agio fugge

si stima il suo valor sì che il rimpianto

alberga dentro il cuore che si strugge?

Perduta, l'occasion s'apprezza tanto.

-Chiuder non può perché non siamo in crisi!-

ripetevamo per farci coraggio,

oltre duecento giunsero gli avvisi

per annunciare terminato il viaggio. (4958)

Unico il pensiero, unico l'atto,

nessun poteva accettare l'oltraggio,

il cancello si tinse di scarlatto

come se fosse giunto il primo maggio.

Portoni chiusi, macchine a riposo,

presidio ininterrotto sulla mensa;

atto non v'è più gravido ed odioso

per proletari, ne peggior violenza

che il sentirsi dire: -Ti ringrazio

ma non mi servi più, tanti saluti!-

precipitar ti sembra dallo spazio

senza sostegno di paracaduti,

ma se i compagni sono solidali

la pena, grave pur, par esser mite

e, nel preciitar ti spuntan l'ali. (4973)

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