giovedì 4 febbraio 2010

CAPITOLO QUARANTA

Un'officina di venti persone
mi riportava di vent'anni addietro
quando pioveva al passar del padrone
che misurava ognuno col suo metro.




Un'officina di venti persone
mi riportava di venti anni addietro
quando pioveva al passar del "padrone"
che misurava ognuno col suo metro.
Quel suo volere mettermi alla prova
non mi turbò, anzi una fortuna
si rivelò per me che a vita nuova
m'incamminavo senza fretta alcuna.
-Puoi portare il libretto, tutto a posto!-
alla richiesta io trovai una scusa:
-Facile non sarà fino ad agosto!-
Lui mi capì e fu subito intesa. (5262)

Capiva che la cassaintegrazione
non era preda da lasciar fuggire
e, forse la precaria soluzione
non era poi malvagia come il dire.
Tentò di processarmi la coscienza
-Tu rubi il pane a un padre di famiglia!-
Ma la risposta fu di sufficenza
pensando a padre, madre, figlio e figlia
che avevan munto concordi la mucca
per anni e anni senza darle fieno
e, quella corda ancor non era stucca
sebbene il secchio fosse sempre pieno; (5274)

e, poi potevo aver scrupolo alcuno,
buttato fuori in forzato riposo
dopo parecchi mesi di digiuno,
cacciato via come cane rognoso?
Senza poter coglier frutti maturi
della liquidazione? Si, verranno!
Due anni, forse tre ma son sicuri!
Se i figli avranno fame? Aspetteranno?
-Coscienza mia- dissi, - datti pace
che il versare sudor mai fu reato,
se aperta trasgrssion la si compiace
vuol dir che ciò fa comodo allo stato- (5286)

Quanti erano a goder del privilegio
di semestrale gratuito assegno,
per chi lavor cerca e non ha, uno sfregio,
per un paese civil metodo indegno.
Quella scadenza assai lontana e greve
per chi famiglia sulle spalle regge
se al camminar frenetico si deve
tenere il passo; consumistica legge. (5294)

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