venerdì 19 febbraio 2010

CAPITOLO UNDICI (II)

Un'autostrada adesso sembra il mare,
barche, canotti, navi arruginite,
grovigli umani a rischio d'affondare
per illusioni vaghe, indefinite,




CAPITOLO UNDICESIMO

LIBRO SECONDO

La terra è madre di uomini beati
cui nulla rifiutò, nulla di nulla,
forse matrigna d'altri, sfortunati
c'ogni bisogno primario ci s'annulla,
lo sanno i primi ma chiudono gli occhi
per non addolorare troppo il cuore,
l'altri, che sono i più, non hanno sbocchi
ma del progresso sentono l'odore.
Odore che nell'etere si estende
da antenne paraboliche diffuso,
odor che inteso giunger si pretende
da chi alla mensa si vorrebbe escluso. (1546)

S'affronta il mare per terre dei sogni
dove si danno scatolette ai cani,
dove appagati sembrano i bisogni
anche i superflui, anche quelli strani;
un'autostrada adesso sembra il mare,
barche, canotti, navi arruginite,
grovigli umani, a rischio di affrontare
per illusioni vaghe, indefinite,
alimentate da spoot martellanti
che hanno travalicato le frontiere,
(consumistici beni, auto fiammanti,
telefonini, profumi, crociere,)
sparati in faccia a una miseria antica
rimasta dignitosamente muta
per oltre mezzo secolo, nemica
d'una guerra che mai fu combattuta. (1562)

Caduti i muri, aperte le frontiere,
or non si reggon più quei disperati
cui l'Eldorado si è fatto vedere;
molti già i muri a esser reclamati.
Puoi arginare il fiume nel suo letto
ma se tracima allora sono guai,
l'acqua dilaga ovunque, con dispetto,
che farà tanti danni già lo sai,
e ti senti impotente all'improvviso
di fronte a quell'evento inaspettato,
ripensi a prima e vedi il paradiso
specchiato a ciò che adesso è alluvionato. (1574)

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