venerdì 26 febbraio 2010

CAPITOLO QUINDICI (II)

Baffetto non è certo sprovveduto
coi suoi occhietti piccoli, pungenti,
con qul suo fare arrogante ed arguto
coi suoi giudizi precisi taglienti,




CAPITOLO QUINDICESIMO

LIBRO SECONDO

D'Alema era compagno duro e puro,
uscito dalla scuola di partito;
era da anni già crollato il muro,
da noi soltanto restava l'attrito.
Quando i fascisti aveva perdonato
il Cavalier, portandoli al governo,
verso i compagni non era cambiato
manifestando un odio sempiterno,
allora ecco gridare: -Al lupo! Al lupo!-
Paventare liberà minacciate,
cose insensate che nemmeno un pupo
potrebbe più temer, eppur sparate (2126)
continuamente da mattina a sera
come la goccia che pian piano sfonda,
la più assurda menzogna sembra vera
da far sembrare la Ka'ba rotonda.

L'avere mille esami superati,
l'avere una condotta cristallina,
ma se dalla calunnia bombardati
meschini non si sfugge la rovina.
Baffetto non è certo sprovveduto
coi suoi occhietti piccoli, pungenti,
con quel suo fare arrogante ma arguto,
coi suoi giudizi precisi, taglienti,
certo, non uno da porger l'altra guancia
e questa la sua forza e il suo difetto;
in politica chi troppo si sbilancia
non sempre viene colto con affetto. (2142)

Da sempre i capitani del vapore
han visto la sinistra con sospetto,
l'immagine di un rullo compressore
che al libero mercato fa dispetto,
Massimo questo lo sapeva bene,
trascurando chi l'aveva votato
ha detassato, ha sciolto le catene
a quei padroni che mai l'hanno amato,
la "flessibilità" tanto agognata,
(pei sindacati la temuta falla
su una diga da tutti bombardata),
concesse al capital per stare a galla. (2154)


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