lunedì 8 febbraio 2010

La guerra un..357/392

Si preferisce raccontare a voce
di strade, rampe, ponti rasi al suolo,
l'immagine di morti è troppo atroce
quando s'è responsabili del duolo.




La guerra, un grande scoop è diventata,
tra la pubblicità d'un detersivo,
un quiz, un telefil, mezza serata
sopra l'Iraq mantiene l'obiettivo.
Si preferisce raccontare a voce
di strade, rampe, ponti rasi al suolo,
l'immagine di morti è troppo atroce
quando si è responsabili del duolo.
-Responsabili chi? Non siam nel giusto?-
- Allor perché l'ipocrisia nasconde
l'immagine sincera del trambusto? -
innanzi al duol la mente si confonde (368)
e, la coscienza che emerge all'aperto
nel conflitto dibatte dentro i cuori:
- Ci ha spinto la giustezza nel deserto!-
- Ma, veramente là siam per tutori?-

Anche in colui che in buona fede, lesto,
sposato avea la causa senz'imbroglio
s'accende il dubbio che nobil pretesto
nasconda fine subdolo, il petrolio.
Ma, le cornacchie, ipocrite, servili,
han figlio prediletto il tornaconto
che aman più di loro e sono vili,
solo ai deboli san chiedere il conto. (380)

Il potente dei conti non si cura,
ha sempre qualche fido che li tiene,
sa bene che la potenza fa paura
e che per un leon son mille iene.
Un mese ininterrotto sotto il fuoco
si doma pure il leone più feroce
c'uscir dovrebbe da usurpato loco
ma, sul varco già pronta sta la croce
pronta a crocefigger la genia
c'ordine ha d'uscire e non si fida
di metter piede sopra quella via
certa che far quel passo è suicida, (392)


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