venerdì 19 febbraio 2010

Passato l'alluvione..1575/1617

Non aspettarti un aiuto sincero
da chi ti illuse, se non hai risorse,
renditi conto che a partir da zero
pretendere non puoi di far le corse.




Passato l'alluvione il fango resta,
infatti quante le strade infangate
avanzi di quei sogni fatti in festa,
speranze spente, spesso violentate.
Tanta miseria emerge ma non frena
e si continua a scavalcare il mare,
se presi, rispediti senza pena;
solo per quelle barche fatte bare
si spende una parola di cordoglio,
ma una cosa veloce, il tempo costa!
e poi: -Ma qui si rischia il portafoglio!-
E' la meno razzista di risposta. (1586)

Dov'è la dignità vecchia Albania,
un popolo che brucia bibioteche
non può aspirar dal mondo simpatia,
e tanto meno ancor l'azioni bieche
di chi condanna fanciulle innocenti
con la violenza al meretricio amplesso,
ne chi distrugge gli stabilimenti
può reclamare poi lavoro appresso.
La libertà è un vino delicato
che va bevuto con moderazione
specie da quel che non è abituato,
chi si ubriaca perde la ragione. (1598)

Accellerata dalle finanziarie
or quella collettiva ubriacatura
ha dimostrato quanto son precarie
le conquiste improvvise; alla paura
d'aver sognato non ci si rassegna
e la violenza esplode con la rabbia
per chi t'ha rotto il sonno e or ti sdegna
quale appestato fossi con la scabbia.
Non aspettarti un aiuto sincero
da chi t'illuse se non hai risorse,
renditi conto che a partir da zero
pretendere non puoi di far le corse. (1610)

Non serve andare col tempo lontano
ché la Somalia è ancora agonizzante
dopo che il mondo ricco è accorso invano
per arrendersi poi. Quanto è pesante
fare la guerra alla fame, alla miseria,
dove manca la forza per mangiare,
dove chi ha forza ha la cattiveria. (1617)

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