lunedì 1 febbraio 2010

CAPITOLO TRENTOTTO

Quando qualcuno travolge la piena
quante le funi, senza convinzione,
si gettano soltanto per far scena?




CAPITOLO TRENTOTTESIMO

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I giorni li ammazzavan le partite,
scala quaranta, briscola, tresette,
alternavamo turni notte e giorno,
il sindacato con le sue staffette
cercava agganci con le forze intorno.
Quando qualcuno travolge la piena
quante le funi, senza convinzione
si gettano soltanto per far scena?
Così tutti a noi davano ragione.
Tutti ci garantivano l'appoggio
e si giocava a carte, si giocava
la sera, la mattina, il pomeriggio,
il tempo lentamente camminava. (4986)

Quei capannoni lì, chiusi, a due passi,
per tanti lustri pane quotidiano
con anni magri ma pur anni grassi,
ormai parevan ricordo lontano.
- Stai alla Feal!? Beato te, beato!-
sembrava di star dentro un ministero,
quanti avevano quel posto invidiato
ed era ognun d'invidia d'altri fiero
perché la posizion tanto invidiata
non era manna che spontanea scende
ma lotta e sacrifici era costata.
Quando conquista c'è la si difende! ( 4998)

Ahi! Come risuonava quella nota
nel vario strombazzar dentro la mensa, (5000)
ma la risposta rimaneva vuota;
s'era difesa mantenuta intensa?
Ciascuno la coscienza interrogava:
-Ho fatto il mio dovere? Forse! E lui?
che quando c'era lotta si ammalava?
Io nella lotta sempre primo fui!
E nel lavoro ho fatto il mio dovere?
Forse! Chissà? Ma qual'è la misura?
Qual'è il dovuto? Chi lo può sapere?
Mai fosse data risposta sicura. (5010)

Comunque tutti un dubbio tormentava;
Potevasi evitare quel traguardo?
Come si può cambiar corso alla lava?
Come di folgore attirare il dardo?
l'incognita rimase al tempo appesa,
questo non disgregò ranghi compatti
nessun capitolò, non ci fu resa,
il ministero garantiva i patti. (5018)

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