martedì 2 febbraio 2010

CAPITOLO TRENTANOVE

forse coglieva esempio dai polacchi
che all'ombra di Madonne oppur di Cristi
avean ridotto fabbriche a bivacchi
che in occidente da tutti ben visti.




CAPITOLO TRENTANOVESIMO

Garanzie false per promesse vuote,
disorientati tutti, alla deriva,
all'assemblea le solite note:
-Ma questa rotazione quando arriva?-
Leggera una brezza si muoveva
ma non da preannunciare il cambiamento,
di già l'accordo tra breve scadeva
e le promesse svanivano al vento.
Venti miliardi per strutturazione
eran serviti a verniciar cancelli,
oppure ad aggiustar qualche portone
ed ecco noi di nuovo coi cartelli, (5118)
con i bidoni a fare da tamburo,
e si bloccava per volantinaggio
la Pontina da un muro all'altro muro,
disperazione ti dona coraggio,
a confermare ciò fu Natalino
che a quel tale, perché poliziotto
con la pistola venne a noi vicino,
senza pensarci gli ammollò un cazzotto. (55126)

Natalino, da buon partenopeo,
dava folklore anche alla protesta,
un dì si mise davanti al corteo
porpora il manto, papalina in testa;
forse coglieva esempio dai polacchi
che all'ombra di Madonne oppur di Cristi
avean ridotto fabbriche a bivacchi
che in occidente da tutti ben visti.
Il Santo Padre a lor dava ragione,
eran fratelli suoi, forse per questo
ci ricordava ad ogni orazione
che uman diritto non fosse calpesto. (5138)

I governanti nostri, sempre attenti
a ricercar la giusta soluzione
quando lontani son l'avvenimenti
là inneggiavano alla rivoluzione.
Questi che a lotte sono sempre ostili,
questi che scioperi han sempre osteggiato,
ora in nome dei diritti civili
condannavano quel governo ingrato. (5146)

Ma! Dico io, se sono così bravi
a risolvere ogni problema altrui,
che solo i nostri siano così gravi
da rimanere eternamente bui?
Dopo il secondo venne il terzo accordo
con solite già labili promesse,
la volontà di lotta ormai un ricordo
ma l'unità sino alla morte resse. (5154)

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