mercoledì 3 febbraio 2010

Assistere da dentro..5155/5198

Monti di colis perdevan la speranza
d'esser stirati e divenir lamiere,
nel ricordare il tempo d'abbondanza
con l'occhio enorme stavano a vedere.




Assistere da dentro all'agonia
d'un mondo assai frenetico, pulsante,
veder fiaccarsi l'enorme energia
nell'impotenza è triste, è desolante,
vedere quei reparti spopolare
nello stabilimento, antico vanto,
quando eran tute da non si contare,
or muto, abbandonato camposanto. (5162)

Monti di coils perdevan la speranza
d'esser stirati e divenir lamiere,
nel ricordare il tempo d'abbondanza
con l'occhio enorme stavano a vedere
gl'impianti, nuovi ancor, già fuori uso,
le gigantesche presse piegatrici
a mano a mano mettersi a riposo,
sempre più radi delle saldatrici
divenivano i lampi, ed il concerto
di mille note gravi o cristalline
diventava più debole ed incerto;
avvertiva vicina ognun la fine. (5174)

A ranghi sciolti d'esercito in rotta,
ci arrampicammo al quinto Natale,
mortificata volontà di lotta,
rassegnazione aveva preso l'ale
su di una mala sorte a tutti accetta;
alla scadenza non giunse mercede
capimmo allor che s'era giunti in vetta;
senza più forza ci mettemmo a séde.
Carrelli fatti per portar lavoro
s'improvvisarono tavoli da gioco,
bestia, tresette, emmeesse, marlboro,
tra scoppiettanti bidoni di fuoco. (5186)

Fragile opposizione a tale stato
si spense al primo acre fumo invasore,
come un automa sol qualche impiegato
girava a vuoto inteminabili ore,
quell'ultima parola si attendeva
scritta nella bacheca sull'entrata,
parola grave assai e il cuor piangeva
a chi una vita vedeva troncata.
Una parola sola; "fallimento!"
come chi sa d'aver giorni contati
e, rassegnati s'attese quel momento
d'essere all'unisono licenziati. (5198)

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