martedì 9 febbraio 2010

Or ci accorgiamo.521/576

Memorizza nel cuore e nella mente
le scheletriche membra, ammonticchiate,
quella che un giorno, pari a noi fu gente,
ossa solo da pelle circondate.




Or ci accorgiamo quanto sia il cammino
che hanno percorso i giorni pigri e lenti
giorno per giorno, gradino per gradino,
se guardi indietro noti i cambiamenti.
Férmati un attimo, guarda! Guarda indietro,
allor che tenebroso fu l'inverno,
quel tempo in bianco e nero, cupo, tetro,
tempo che ingelosir fece l'inferno.
Non chiuder l'occhi, non fuggir lo sguardo,
anzi, coscienti fa che siano i sensi,
dell'odio fa che ti colpisca il dardo
così che restino i ricordi intensi. (532)

Memorizza nel cuore e nella mente
le scheletriche membra ammonticchiate,
quella che un giorno pari a noi fu gente,
ossa solo da pelle circondate.
Quei crani rasi, nulla più dei teschi
se non pei bulbi spiritati e spenti,
rei solo di non essere tedeschi,
per questo condannati a patimenti
e poi, con scienza esser sterminati.
Quelle bocche con urla senza voce
ti strazino gli orecchi delicati
ché mai udiron nota tanto atroce. (544)

Odora l'aspro fumo che sprigiona
e spande dalle cupe ciminiere;
l'uomo il senno ha perduto, non ragiona,
per fare dei suoi simili un braciere;
e quei pigiami a stisce verticali,
con su la targa e di David la stella,
d'identità spogliati che animali
non reggerebber vita come quella,
e quei carri bestiame che blindati
pieni di donne, di vecchi, di bambini,
che lenti, traballanti, scardassati,
vanno scortati da loro aguzzini. (556)

Guarda e rammenta che non è leggenda
ne fantasia, ne novella antica,
è la storia di ieri, sì tremenda,
e chi la visse ancor v'è chi lo dica.
Guarda e ricorda se non vuoi che torni
a volteggiar la falce della morte,
già c'è chi tenta di negar quei forni,
già l'aberranti idee sono risorte. (564)
Ora capiamo quale argine fosse
quel muro che abbattuto con tripudio
ha scoperchiato le fetenti fosse
rimaste ricoperte dal ripudio
a mano a mano fatto più sottile
da chi non regge al peso dei ricordi (570)
o da chi tollerò quel clima ostile;
molti son diventati ciechi e sordi
poi smemorati, infine compiacenti
con quei fantasmi che alla razza pura
tornano ad inneggiare, prepotenti
e, ristanno seminando la paura. (576)

1 commento:

Anonimo ha detto...

Non chiuder l'occhi, non fuggir lo sguardo,
anzi, coscienti fa che siano i sensi,
dell'odio fa che ti colpisca il dardo
così che restino i ricordi intensi.

Non ho parole è tristissima ma magistrale.
Lucia