sabato 6 febbraio 2010

S'erano ai sudditi..85/120

giusto è pensare alle povere genti
che libere non son d'avere il pane,
ne basti a sollevarci la coscienza
il pensiero che tanto son lontane,




S'erano ai sudditi i legami sciolti
quelli che noi credavamo fratelli
mostraron dieci, venti, cento volti,
preludio già di tragici duelli.
Rispolverati l'antichi vessilli
di libertà l'ebbrezza poi fu sbornia,
estoni, lituani, ai primi squilli
addentarono con furia la leccornia.
Allo scoppiar di sì tale fermento
l'ex nemico non poco si godeva
dal suo balcone sazio ed opulento,
anzi sul fuoco benzina metteva (96)
ma Gorbaciov non invertì la rotta,
pensava forse il mondo più maturo
per fare un condominio; ahimé se scotta
quel passato che non vuole futuro!

Mentre ardeva la tundra, quella stella
nel cielo suo perdeva di fulgore,
è la nomenklatura sempre quella,
non molla solamente per amore
Ognun faceva i conti con se stesso,
per l'Occidente fu l'apoteosi
quando crollò quel muro, fu il successo
del mondo dai consumi più copiosi. (108)

Vinceva l'egoismo del privato;
del socialismo troppo ardua è la strada
per l'uomo, di valori alti spogliato,
arrivismo e poter solo gli aggrada;
ma il valor delle idee non si cancella,
s'insinua dentro i cuori e nelle menti,
se è lecito bramar la vita bella
giusto è pensare alle povere genti
che libere non son d'avere il pane,
ne basti a sollevarci la coscienza
il pensiero che tanto son lontane;
st'alibi non è prova d'innocenza. (120)

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Ognun faceva i conti con se stesso,
per l'Occidente fu l'apoteosi
quando crollò quel muro, fu il successo
del mondo dai consumi più copiosi.

l'hai spiegato molto bene, ma forse stavamo meglio quando si stava peggio(non per la libertà che è sacra)Lucia.

Lucia ha detto...
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