mercoledì 24 febbraio 2010

Si son svendute.1867/1902

Gioventù che è appesa a un cellulare,
schiava dei suoi bisogni ed alienata,




Si son svendute in nome del profitto
le conquiste di trent'anni di lotte,
lui solo ancor vanta qualche diritto,
per tutti gli altri s'è rifatta notte.
E' malinconico "l'ultimo operaio"
lui, che aveva il "padrone" e mai fu servo
vede i suoi figli schiavi, e, il peggior guaio,
al consumismo dar midollo e nervo.
Gioventù che è appesa a un cellulare,
schiava dei suoi bisogni ed alienata,
che ha studiato e non sa cosa fare
e alla precarietà s'è rassegnata; (1878)

ha speso nei Mac Donals la coscienza,
ha tutto, all'infuori del futuro,
vive con noia la propria opulenza,
pei deboli s'è fatto il mondo duro
ché l'individualismo esasperato
non ti consente di guardare indietro,
ci si sdegna a parlar di sindacato,
ognun misura con il proprio metro.
L'operaio s'interroga ed è triste,
questo non è il mondo che voleva,
forse il mondo perfetto non esiste
ma "lui" un po' più giusto già lo aveva. (1890)

E' male sopportato dal "padrone",
anche se è stanco e non può ferire,
ma ha l'orgoglio di una generazione
che mai servile fu, pur di soffrire.
Nel labirinto delle digressioni
ci siamo allontanati dal sentiero
là, dove valgono più delle opinioni
i fatti certi, senza far mistero.
Per ritornare sui lasciati passi
basta riandare al tempo che i partiti
si credevano eterni, come massi,
e furon sfarinati; bum! Spariti! (1902)

1 commento:

Anonimo ha detto...

Che peccato questa vita ..va proprio come la descrivi.
Complimenti Domenico.
Lucia