domenica 18 dicembre 2011

EPILOGO (4267--4314)



Si siede sui ricordi l'operaio
e ripercorre tutto il suo passato,
sente il freddo nell'ossa di gennaio
ma si ritiene lui un privilegiato.
Ha vissuto una vita con passione
maturando in età ancor giovanile
na discreta dignitosa pensione
che ora lo fa sentire quasi un vile
agli occhi dei suoi figli che precari
sono senza certezze né diritti,
senza regole fisse, senza orari,
han perso tutto standosene zitti,            4278

e s'aggrappano a quel paracadute
nato per sostenere la vecchiaia
di quelli che indossarono le tute
con l'orgoglio della classe operaia.
Classe operaia vista con sospetto
e sempre più ridotta, decimata
da alternative futili ad effetto,
senza sostanza; nebbia colorata
per nascondere il vuoto che c'è intorno,
quella futilità che si sbandiera
come necessità, giorno per giorno,
e a notte porta prima che sia sera.          ...4290

Lui c'è arrivato a sera e se la gode
abituato com'è a goder con poco,
serenità che a qualc'un altro rode,
gente stressata che alimenta il fuoco
del malcontento che dovunque cresce
rintuzzato dalla smania d'avere
e, quando soddisfar non si riesce,
in frustrazione si sente cadere.       .. .  4298

Il mondo corre senza saper dove,
lui non s'affanna perché è già arrivato,
gioca coi nipotini, si commuove
se sul P.C. c'è un cartone animato,
ricco non è ma non se ne dispiace
è ritornato ad essere bambino,
se le vampate d'amore or sono brace
la nonna tiene sempre a se vicino,
sta sempre lì sua moglie, lì al suo fianco
la sua compagna d'una vita intera    -------10000
ha condiviso sia la gioia che il pianto
e, quando pensa a quella primavera
che lo vide fanciullo a gambe nude
davanti casa sul greto del fiume,
pensa a quel paesello e gli occhi chiude
e dentro il cuore ci si accende un lume..     4319

18 dicembre 2011

POEMA
dell'ultimo operaio
composto da due libri
per versi complessivi 10.006
Diecimilaseiversi, iniziato nel 1985, terminato il 18 dicembre 2011

FINE

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