sabato 20 agosto 2011

CAPITOLO VENTICINQUE.II...3727 - 3774

Quando tu pensi d'esser giunto al fondo
ancor sprofondi e il fondo non lo vedi
allor ti chiedi: Ci sarà nel mondo
un punto da poter poggiare i piedi?


Quando tu pensi d'esser giunto al fondo
ancor sprofondi e il fondo non lo vedi,
allor ti chiedi: Ci sarà nel mondo
un punto da poter poggiare i piedi?
Mentre crescon gli stenti il malaffare
s'ostenta senza più scrupolo alcuno,
come l'acqua che corre verso il mare
ed impedirlo non potrà nessuno,
la corruttela oramai ha dilagato
nei cuori, nelle teste e nella mente,
per legge si cancella ogni reato
e a delinquere non si rischia niente.   (3738 / 9446)

La corruzione è un po' in ogni dove,
sovente al nepotismo s'affratella
dov'è il potere, nessuno si smuove,
tutto è scontato ormai, nè si ribella
la gente, è assuefatta a tale andazzo
che tutto digerisce, ma il marciume
uscito dall'interno del palazzo
su un mondo depravato ha fatto lume.
Neppur la più malata fantasia
poteva immaginare i baccanali
tra governanti e cortigianeria;
depravazione al posto d'ideali. (3750)

In un contesto complice e servile
dove all'imperatore si concede
qualunque porcheria, cuor gentile
il cittadino, guarda ma non vede.
Neppure il clero che della morale
sventola la bandiera sugli altari
indignarsi non vuol, ma solidale
si mostra e tace col "re di danari",
così che un omuncolo rifatto
vanesio ed immorale si crogiuola
nelle sue malefatte; non c'è scatto
nella sua cerchia, non una parola. (3762)

E, se c'è pur qualcun che si lamenta
si taccia da invidioso, disfattista,
guai smorzar l'illusione; non va spenta
la speranza d'entrare tutti in pista,
così chi studia vien mortificato,
basta essere una femmina prestante
per aspirare ad esser deputato,
forse ministro, anche se ignorante.
Genitori che spingono le figlie
ancor minori, ad essere carine
e a soddisfar le depravate voglie
di fatui gerarchetti di regime.      (3774 /9482)

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