sabato 26 novembre 2011

CAPITOLO VENTISEI II .3906-3950

Che fu abbracciato, la mano ebbe baciata
dal nostro presidente disinvolto





Mentre la crisi gela l'occidente
l'Africa che s'affaccia al nostro mare
s'infiamma all'improvviso, prepotente
la rivolta nessuno può fermare,
regimi inossidabili, tiranni
accolti ormai da tutti con favore
nel mondo diplomatico d'inganni
che si tappa il naso al cattivo odore,
ma un popolo può sopportar la fame,
può sopportar gli stenti, la miseria,
non un regime corrotto ed infame
d'una cricca d'amici poco seria,
così Mubarak s'è dato alla fuga,
da tutti abbandonato a triste sorte,
in piazza ancor quel sangue non si asciuga
che già si torna a seminar la morte.       ......3922

"Non è un pranzo di gala" a tutti è noto
cambiare il mondo con rivoluzione,
ma se un tale processo è messo in moto
comunque sia cambia la situazione.
Liberato l'Egitto, in Tunisia,
dov'è scoppiata la prima scintilla
con la guerra del pane, fugge via
il dittatore e la speranza brilla.
Ora tocca alla Libia empir la piazza
ma qui capisci che sarà più dura,
Gheddafi è un dittator di un'altra razza,
uno che del terror non ha paura.              ........3934

Quel dittatore che in grande parata
a Piazza di Siena venne accolto
che fu abbracciato, la mano ebbe baciata
dal nostro presidente disinvolto,
circondato da amazzoni guerriere,
forte della gran massa di petrolio
che aveva sotto i piedi, con piacere
spavaldo si mostrava pien d'orgoglio.
Gheddafi non mollò, lui era un duro
e Silvio dichiarò:- Non m'intrometto!-
ma Sarcosy per essere sicuro
che la rivolta sortisse l'effetto
con il pretesto d'aiutar la gente
che atrocemente era bombardata,
bombe su bombe aggiunse prepotente;
una guerra che mai fu dichiarata.        .....3950..(9652)

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